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al testo di Roberto Maggiani
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La guerra è passata esattamente in mezzo alla mia adolescenza, devastandola. Sono della generazione Flakhelfer, come vengono comunemente chiamati i nati del 1926-27. Ero un soldato bambino tedesco. Pertanto fui impiegato da Hitler nel programma Luftwaffenhelfer, implementazione dell’ordine di “Kriegshilfseinsatz der Jugend bei der Luftwaffe” e cioè “Utilizzazione dei giovani per supportare lo sforzo di guerra delle forze aeree”, emesso il 22 gennaio 1943. L’ordine chiedeva l’arruolamento di intere classi scolastiche maschili di studenti nati nel 1926 e 1927 (successivamente esteso per includere i nati nel 1928 e 1929), in un corpo militare supervisionato da personale della Gioventù Hitleriana e della Luftwaffe. Prevedeva un indottrinamento ideologico, doveri militari e una continuazione limitata del normale curriculum scolastico. Per diversi mesi feci parte del programma ma non riuscirono mai a innestarmi nel sistema, rimasi sempre segretamente dissidente, finché riuscii a fuggire in Svizzera con i miei genitori contadini, dove vissi fino alla fine della guerra, ospite di alcuni nostri lontani parenti: i coniugi Huber. Viveva con loro il nipote Karl, un ragazzo austriaco rimasto orfano. Il capofamiglia si chiamava Gerg, la moglie, Adelmute. Era una famiglia molto generosa che in tempo di guerra sfruttò ogni occasione per contrastare il nazismo con atti concreti di accoglienza e sostegno alla Widerstand, la Resistenza tedesca, oggi celebrata da una scritta sul Monumento di Berlino eretto in onore di tutti i resistenti: 'Ihr trugt die Schande nicht, Ihr wehrtet Euch, Ihr gabt das große ewig wache Zeichen der Umkehr, opfernd Euer heißes Leben für Freiheit, Recht und Ehre.'
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